Storia della penna stilografica e della penna a sfera

Curiosiamo un po’ sulle storie della penna stilografica e della penna a sfera

L’antenata della penna stilografica fu la «penna a serbatoio d’inchiostro», di cui si ha traccia già nel X secolo.

Sappiamo poi che lo stesso Leonardo da Vinci fece dei disegni di una penna a serbatoio d’inchiostro e si pensa che l’abbia anche realizzata e utilizzata per scrivere i suoi codici.

Ma la penna stilografica, nella forma che tutti noi oggi conosciamo, si fa risalire al 1883 quando Lewis Waterman inventò il primo modello veramente funzionante e affidabile di penna stilografica con un sistema di caricamento dell’inchiostro a contagocce.

Si dovette attendere il 1929 per avere un altro importante sviluppo della penna, il «caricamento a stantuffo» per l’inchiostro. Fu la Pelikan a inventarlo.

Del 1936 è invece l’invenzione della «cartuccia» e la si deve alla filiale francese della Waterman.

Agli inizi degli anni ‘50 arrivarono le penne a sfera

Anche la penna a sfera ha una storia interessante

Il principio di funzionamento è in sé semplice: un tubo sottile riempito d’inchiostro con la sommità bloccata da una piccola sfera; essa è montata in modo da non poter scivolare dentro il tubo e nello stesso tempo da non poter  fuoriuscire dalla penna. Quando la punta della penna viene fatta scorrere sulla carta, la pallina girando trascina con sé l’inchiostro scrivendo così sulla carta.

Il meccanismo a sfera fu inventato già nel 1888 da un conciatore di pelli di nome John J. Loud.

Ma la nascita della penna a sfera è datata 1938 ed è legata a Laszlo Birò, un giornalista ungherese.

Birò – aiutato dal fratello che era un chimico – sviluppò un inchiostro speciale con una viscosità ottimale.

La prima penna a sfera di Laszlo Birò fu venduta a New York nel 1945 a 12,5 dollari; ebbe successo anche in Argentina dove in onore del suo inventore fu chiamata BIROME.

L’exploit commerciale però si ebbe in Europa quando Bíró cedette i diritti a Marcel Bich, un barone francese di origine italiana.

Bich nacque a Torino e oggi nella casa dove nacque c’è una targa che ricorda ciò. Bich  perfezionò il progetto e nel 1950, a 5 anni dalla creazione della sua azienda, immise sul mercato la prima penna Bic Crystal.

Laszlo Biro invece fece parte della categoria degli «inventori sfortunati»; morì povero a Buenos Aires nel 1985.

Adesso una curiosità sul perché la penna fu chiamata bic e non bich

In inglese quella h finale avrebbe potuto indurre a una pronuncia sbagliata del nome, troppo simile al termine inglese bitch che significa «sgualdrina».

Ecco perché l’azienda e il prodotto principale di Marchel Bich perse quella h finale.