Macchina da stampa per tessuti, rotativa

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Macchina di grosse dimensioni costituita da un telaio con gambe con zanche per il fissaggio che sostiene un grosso cilindro posizionato con l'asse orizzontale che ruota grazie ad un motore elettrico collegato all'albero motore mediante cinque cinghie.
Da una parte del grosso cilindro si trova un rullo sul quale è avvolto il tessuto bianco da stampare. Mediante un sistema di rulli il tessuto viene portato verso l'alto e fatto girare intorno al cilindro passando dal basso. Intorno al cilindro centrale sono disposte delle vaschette per l'inchiostro, ciascuna corredata di un rullo coperto di spazzole per l'inchiostratura, accoppiato ad un rullo matrice delle stampe da realizzare. Ciascuna di queste combinazioni vaschetta-rullo con spazzole-rullo matrice è inserita nel telaio della macchina mediante appositi dispositivi e meccanismi di fissaggio. Non tutte le combinazioni sono attualmente complete. Si poteva arrivare fino a 12 combinazioni contemporanemante.
Alcuni rulli matrice sono collegati mediante ruote dentate ad una grossa ruota dentata che gira insieme all'albero motore. Anche gli altri rulli matrice possono essere collegati in questo modo.
Il tessuto stampato fuoriesce dall'alto dalla stessa parte da cui era entrato il tessuto bianco, corre orizzontalmente fino a scendere, guidato da una sbarra orizzontale, e viene riavvolto in un rullo fissato al muro. Il tessuto stampato ha aspetto tigrato nero e marrone.
I rulli non montati sulla macchina sono disposti su un carretto in legno.
Il motore elettrico è collegato ad un quadro di controllo. Sul quadro si trova una ruota per la variazione della potenza, un termometro (per misure da 0 a 120 °C), un voltmetro (per misure da 0 a 300 V) e un dispositivo per variare la velocità di rotazione del tessuto nella macchina (da 10 a 50 metri al minuto primo).

Macchina per stampa su tessuti a 12 colori, ossia 12 diversi colori sullo stesso tessuto.

Questa macchina è stata portata al Museo nel 2004, direttamente dal Cotonificio Cantoni – De Angeli Frua di Saronno in cui era stato in uso fino agli inizi degli anni '90.
Il Cotonificio Cantoni nasce per mano di Benedetto Cantoni ai primi dell'Ottocento a Gallarate (i primi impianti di filatura sono del 1830).
Il figlio Costanzo darà poi all'azienda una base più solida allargando la produzione e installando impianti di fusi semiautomatici, mezzi di filatura meccanici, impianti di tessitura e di tintura.
Nel 1872, grazie al lavoro di Eugenio Costanzo Cantoni, l'azienda diviene “S.A. Cotonificio Cantoni”.
Nel 1878 dal Cotonificio Cantoni si stacca la stamperia della Maddalena che, con l'assorbimento di altre due stamperie, darà origine alla “De Angeli -Frua, Società per l'Industria dei Tessuti Stampati”. La De Angeli-Frua è stata infatti un'azienda tessile italiana, nata nel 1896 dall¿unione delle fabbriche (cotonifici e stamperie) di Ernesto De Angeli e Giuseppe Frua.
Nel 1911 la De Angeli-Frua acquista la “Stamperia a Macchina Romeo Zerbi” di Saronno e la trasforma in una tintoria-stamperia di tessuti.
Dopo un periodo di stasi dovuto all'avvento della Prima Guerra Mondiale, il cotonificio riprende il lavoro ed esporta i suoi tessuti in tutto il mondo.
Vengono introdotti macchinari nuovi e si accresce la gamma degli articoli prodotti.
Dal 1943 tutta la produzione di tessuti stampati dalla De Angeli-Frua, sarà realizzata nello stabilimento di Saronno.
Nel 1968 la De Angeli-Frua sarà assorbita dal Cotonificio Cantoni S.p.A. seguendone le sorti.
L'unità Saronnese del Cotonificio Cantoni, divenne Cantoni Satilai e nel 1984 venne divisa in un ramo commerciale ed un'unità produttiva “Cantoni finiture tessili”.
Gli alti costi delle strutture e i cali delle vendite portarono ad una definitiva chiusura degli stabilimenti nel 2002.

Sotto una vista laterale della macchina.