La macchina è costituita da un basamento rettangolare formato da 4 spesse lamine in ferro con agli angoli 4 montanti che reggono uno spesso ripiano metallico su cui è montato il meccanismo di avvolgimento dell'amaretto.Il moto deriva da un motorino elettrico montato in basso all'interno del telaio,con alberino su cui è calettata una ruota a 2 scanalature che trasmette attraverso cinghie il moto ad altra ruota esterna al telaio.che a sua volta muove una serie di altri meccanismi.In particolare :
una corona a razze,in posizione orizzontale .sulla cui circonferenza sono realizzati una serie di fori attorno a cui sporgono dei piolini di contenimento;
una ruota piena sotto la corona con una apertura e delle alette di trascinamento- raccolta;
coppia di pinze girevoli contrapposte
molle contrapposte
alberino di avanzamento con rotolo di carta velina
taglierina per carta velina
La macchina aveva la funzione di avvolgere l'amaretto con la caratteristica cartavelina ad hoc,secondo il sistema dell'avvolgimento a caramella.
L'operatrice poneva manualmente sui fori della corona girevole gli amaretti a coppia accostati dalla parte piana del fondo e trattenuti in quella posizione dai piolini attorno ad ogni foro.Al passaggio sulla parte centrale del meccanismo la coppia di amaretti veniva a sistemarsi tra le molle contrapposte che la trattenevano senza rovinarla;l'avanzamento della carta avvolgeva gli amaretti mentre la coppia di pinze contrapposte afferrava le due estremità opposte della carta ruotando l'una inversamente all'altra chiudendo gli amaretti a mò di fiocchetto.Le pinze rilasciavano la presa ed il fiocchetto cadeva in giù sopra la ruota piena con apertura verso cui le alette convogliavano l'amaretto confezionato che riempiva le sottostanti scatole di cartone.
Come riferito nella scheda autore, l'amaretto era stato ideato dalla Lazzaroni e la stessa aveva anche ideato quella tipica cartavelina di avvolgimento che ,se bruciata , per la particolare leggerezza e la contestuale formazione di aria calda, tendeva a sollevarsi in aria, per la gioia dei ragazzi.Per tale motivo,data la delicatezza del prodotto da incartare, gli stessi tecnici della Lazzaroni avevano concepito una apposita incartatrice , perfezionata negli anni in base all'esperienza di utilizzo,e fatta realizzare da vicini artigiani.La progettazione era stata particolarmaente curata cercando di abbinare quanto più possibile l'automatismo di certi passaggi con la delicatezza che doveva avere ogni presa della coppia di amaretti per non danneggiare il prodotto molto fragile.E' da far rilevare che l'originale ” amaretto di Saronno “era ed è un prodotto secco e quindi più difficile da movimentare ma sicuramente più facile da conservare mantenendo integre le sue caratteristiche..Negli anni successivi altri produttori si sono cimentati nella produzione della versione molle dell'amaretto,di più facile movimentazione ma che di converso richiedeva una confezione alquanto stagna che mantenesse l'umidità del prodotto , pena la decadenza della sua morbidità.
Si è volutamente inserita nella documentazione allegata la fotografia di una successiva macchina incartatrice , con delle operatrici della Lazzaroni , costruita a Dusseldorf ( Germania ) dalle Officine che nelle linee generali ricalca l'originaria concezione con i dovuti aggiornamenti legati ai progressi raggiunti dalla tecnica negli anni successivi.