Giradischi stereo, automatico; Lesa SC 1903

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Sistema ad alta fedeltà per la riproduzione stereofonica di suoni incisi su dischi fonografici a 33, 45, 78 giri. 

Giradischi a sviluppo orizzontale, costituito da una base in plastica dall'aspetto tipo legno e un coperchio in plastica trasparente fumé. La base poggia su quattro piedini in gomma.
Al giradischi si collegano due casse in plastica dall'aspetto tipo legno contenenti gli altoparlanti (cofani altoparlanti).
Il coperchio è apribile e incernierato posteriormente. Aprendo il coperchio si accede al giradischi vero e proprio e ai relativi dispositivi d'uso posizionati su un piano in plastica e metallo.
Nella parte sinistra è inserito il giradischi stereo, ad alta fedeltà, costituito da un piatto girevole in metallo, con adattatore per i dischi 45 giri, e un braccio girevole in metallo con contrappeso regolabile. All'estremità libera del braccio è inserita la puntina con trasduttore. Il braccio può essere bloccato su un apposito sostegno in metallo.
Accanto al braccio sono presenti una levetta per l'abbassamento/sollevamento del braccio stesso, un selettore per la velocità di rotazione del piatto (33, 45, 78 giri), un selettore per l'accensione e la messa in moto del braccio girevole, un selettore per la dimensione del disco (17, 25, 30cm che corrispondono, all'incirca, ai diametro dei dischi 45, 78, 33 giri).
Nella parte destra sono inseriti i comandi di regolazione dei bassi e degli acuti di entrambe le casse e per l'inserimento del loudness.
Sotto l'apparecchio sono presenti due griglie per l'areazione e un vano contenenet il cavo di alimentazione di rete.

La registrazione e riproduzione del suono ha inizio nel 1877 con il fonografo di Edison che utilizzava cilindri incisi come supporti. Nel 1889 invece venne brevettata da Bell e Tainter e successivamente rivisitata da parte di Berliner, la registrazione per incisione su dischi in gommalacca. Dopo un po' di sperimentazione, Berliner lanciò commercialmente l'apparecchio e i primi dischi, incisi su un solo lato, nel 1892.
Nel 1908 venne lanciato il disco inciso su due lati che aumentava la durata dell'ascolto. Questa caratteristica e il prezzo contenuto decretò il successo della tecnologia del disco.
Dopo i primi dischi 78 giri in gommalacca fu la volta dei dischi in vinile (PVC), introdotti nel 1948 negli Stati Uniti. Meno fragili, di diverso formato (16, 33, 45, 78 giri), con meno fruscii, decretarono la grande diffusione degli apparecchi per la riproduzione.
La riproduzione avveniva ponendo il disco su un piatto rotante fatto girare a velocità costante e predefinita. La rotazione del disco era assicurata da diverse tipologie di trasmissione (a molla, con motorino e cinghia, con pulegge, a trazione diretta, ecc). La riproduzione era poi affidata alla puntina di lettura appoggiata sul disco inciso. La puntina era parte di un fonorivelatore, detto “pick-up”, montato sul braccio del giradischi e costituito da una cartuccia comprendente la puntina di lettura e il relativo trasduttore elettromeccanico o piezoelettrico. In questo modo la vibrazione della puntina sul solco del disco in rotazione veniva trasformata in un segnale elettrico poi inviato ad un amplificatore e quindi all'altoparlante. La riproduzione meccanica del suono, vibrazione della puntina trasmessa ad una membrana che riproduceva il suono, diventa riproduzione elettromagnetica.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale con la grande espansione dell'industria discografica, si ebbe una grande diffusione dei giradischi che divennero oggetti comuni in tutte le case.
Il termine alta fedeltà nacque negli Stati Uniti nel 1936 come High Fidelity (Hi-Fi), a cura della RCA. Questo termine iniziò ad essere usato dagli appassionati di musica per indicare apparecchiature di diffusione del suono di qualità superiore alla media. All fine degli anni settanta vennero stabilite norme meccaniche e parametri elettrici standard per identificare apparecchi Hi-Fi (norme DIN e RIAA).
A metà degli anni sessanta iniziò la produzione delle audiocassette, destinate a sottrarre parte del mercato ai dischi in vinile per la loro semplicità d'uso e il basso costo, pur offrendo qualità di ascolto inferiore. Dagli anni '90, l'avvento delle tecnologie digitali ha relegato il vinile ad un mercato di nicchia costituito di appassionati o per usi specifici come ad esempio i dj.