LA CEMSA e la f11

La CEMSA e la breve avventura dell’auto f11

La CEMSA nacque nel  1887 come filiale di una società tedesca, la Maschinenfabrik di Esslingen; inizialmente prese il nome di “Costruzioni Meccaniche” di Saronno e iniziò la sua attività producendo locomotive e altro materiale ferroviario.

Nel 1918 l’assetto societario cambiò: l’azienda fu acquisita dall’ Ing. Nicola Romeo grazie anche alla mediazione della Banca di Locarno. Continuò a costruire locomotive e partecipò attivamente all’elettrificazione delle linee ferroviarie italiane.

Fu nel 1925 che assunse il nome di CEMSA Costruzioni Elettromeccaniche di Saronno.

La pesante crisi economica del 1929 si fece sentire e in Italia colpì anche la CEMSA che entrò in crisi.

Nel 1935 la CEMSA fu rilevata dall’IRI per poi un anno dopo essere acquisita dal Gruppo di Gianni Caproni noto soprattutto per la sua attività nel settore aeronautico.  Caproni era anche diventato proprietario dell’Isotta Faschini.

Caproni indirizzò l’azienda verso un settore allora molto più remunerativo, quello delle armi automatiche e delle munizioni. Nel1941 l’azienda cambiò la ragione sociale diventando «Caproni Elettro Meccanica di Saronno».

Al termine della 2^ Guerra Mondiale la CEMSA di Saronno decise di avviare un programma di riconversione indirizzando la produzione verso il settore motoristico (ciclomotori e automobili).

Per il settore automobilistico Caproni assunse un noto ingegnere della FIAT, l’ Ing. Antonio Fessia, che qualcuno ha poi riconosciuto come «uno dei più prestigiosi progettisti d’auto del XX secolo».

L’Ing. Fessia in soli 18 mesi progettò per la CEMSA un’avveniristica vettura, la f11.

La “CEMSA F 11” era una berlina a 4 posti. La sigla nella F richiamava il nome di Fessia e 11 stava a indicare la cilindrata (1100 cc) dei primi prototipi. La velocità massima era di 120 Km/h.

Era un’auto con  varie caratteristiche innovative, prima fra tutte la trazione anteriore che rappresentava una novità assoluta in Italia, mente in Francia era stata già introdotta negli anni ‘30 dalla Citroen.

La carrozzeria a 3 volumi fu disegnata da Nuccio Bertone; era prevista anche una versione cabriolet .

La “F11” fu presentata in vari saloni automobilistici internazionale suscitando un grande interesse.

Il gruppo statunitense Tucker Corporation di Preston Tucker raggiunse un accordo  con la CEMSA per l’importazione in grandi quantità della “F11”. Purtroppo nel 1948/49 la Tucker fallì e non se ne fece nulla.

Preston Tucker fu un geniale, innovativo e spericolato costruttore americano; dopo essersi dedicato alla progettazione di automezzi militari, nel 1946 fondò la Tucker Corporation con lo scopo di produrre automobili e nel 1947 progettò un’avveniristica vettura, la Tucker Torpedo,  che realizzò solo in alcuni esemplari a causa di vari problemi tecnici. Fu questa difficoltà a passare alla fase di produzione in serie che spinsero Tucker all’accordo  con la CEMSA.

Ma nel 1948/49 Preston Tucker fu travolto da problemi legali, costretto al fallimento e nel 1949 accusato di bancarotta fraudolenta.  Venne assolto nel Gennaio 1950 ma ormai la sua fabbrica non esisteva più e l’affare con la CEMSA non ebbe alcun seguito. La storia di Preston Tucker – morto nel 1956 a soli  53 anni – fu trasferita in un film  di successo del 1988 “Tucker – Un uomo e il suo sogno”, diretto da Francis Ford Coppola.

Intanto la CEMSA aveva sostenuto ingenti investimenti per prepararsi alla produzione in serie della f11.

Verso la fine del 1949 la situazione economica della CEMSA peggiorò e la produzione automobilistica venne sospesa. Cessò anche l’attività dell’azienda di Saronno (30 Novembre 1949) così come quella  di tutte le altre aziende del Gruppo Caproni. Circa 1500 tra operai e impiegati dello stabilimento saronnese furono licenziati.

Nel frattempo della vettura “F 11” erano stati completati sette esemplari di preserie. Uno dei modelli è stato ospitato al MILS fino a qualche anno fa quando la famiglia Caproni ne chiese la restituzione.

Il lavoro dell’ Ing. Fessia non andò però perduto e nel 1956, quando iniziò la sua collaborare con la Lancia, quell’idea fu ripresa e si concretizzò nella vettura modello “Flavia”.

La trazione anteriore – sviluppata per la CEMSA f11 e introdotta nella Lancia Flavia – fu considerata una delle  «10 invenzioni italiane che hanno cambiato la storia dell’auto».